di Luigi Pistone
Da
Potenza e provincia la lunga strada verso l’Unità d’Italia
L’artista
lucano Franco Corbisiero, allievo di Antonello Leone e Maria Padula, realizza
la prima installazione sulle mura cittadine per segnare un percorso simbolico
della storia del capoluogo e promuovere la sua conoscenza e valorizzazione in
chiave artistica tra cittadini e turisti.
È
un graffito polistrato la prima opera-monumento installata sulle mura di uno
dei palazzi del centro storico del capoluogo per raccontare la storia di
Potenza. Creato dall’artista lucano Franco Corbisiero attraverso l’utilizzo di
una tecnica molto antica, l’opera – dal titolo “Potenza 1860” - campeggerà da
stamane lungo il perimetro dell’edificio di via Orazio Petruccelli, percorso
quasi obbligato per chi, dalla nota Piazza 18 agosto 1860, si reca nel pieno
centro potentino di piazza Prefettura, come a rappresentare un collegamento non
solo fisico ma anche ideale tra gli eventi storici che si svolsero in quegli
anni nella città.
Dono
del Lions Club Potenza Pretoria alla Città, patrocinato da Regione Basilicata,
Provincia, Apt, Riba, Unpli e Pro Loco di Potenza, è stato inaugurato il 28 ottobre al termine di una presentazione al Teatro Stabile con la partecipazione di
esperti e cultori della storia della Società Dante Alighieri.
L’idea
nasce da un bando dei primi mesi dell’anno del Circolo Culturale Lions Pretoria
che invitava artisti e associazioni a formulare proposte di animazione del
Centro Storico di Potenza. Tra i vincitori si è classificata l’Associazione
Culturale di artisti Pietre Volanti, di cui Franco Corbisiero è fondatore e
Presidente dal 2012, con un progetto – frutto delle sinergie di idee e
creatività dei soci – che suggeriva l’installazione di una serie di graffiti in
luoghi-simbolo e angoli suggestivi della parte più antica del capoluogo, con
l’intento di raccontare e sugellare eventi, racconti e tradizioni
particolarmente significativi della storia di Potenza e di promuovere la
conoscenza della città, abbinando all’opera l’uso della moderna tecnologia Qt code per la lettura immediata mediante
app delle informazioni e dati
storici.
La
tecnica artistica proposta è apparsa subito interessante e al tempo stesso
insolita. Il graffito polistrato infatti nasce dall’estro creativo del maestro
Giuseppe Antonello Leone, di cui Corbisiero è stato discepolo, ed è il
risultato di un’alchimia di materiali, malte, cemento e pigmenti naturali, sapientemente
composti, impastati e poi graffiati capaci di dare origine ad un graffito
pittorico che con il tempo diventa materiale duro, quasi pietrificato. Una
tecnica arcaica che Leone ha perfezionato e personalizzato ed è oggi insegnata
nella Scuola di Montemurro in onore del suo ideatore.
Il
graffito di Corbisiero si ispira ad un’illustrazione del periodo del celebre
Bartolomeo Pinelli, incisore, pittore e ceramista italiano che ha documentato
importanti città, monumenti, capolavori della letteratura e costumi dei popoli
italiani. Totalmente rielaborata e rivisitata da Corbisiero in un’immagine di
scontri tra militari e popolo che ha sullo sfondo la chiesa di San Francesco,
evoca il ricordo di una serie di eventi avvenuti in Basilicata nell’anno 1860
in cui infuriò l’insurrezione lucana contro i Borboni.
In
questo periodo la provincia fu la prima, della parte continentale del Regno
delle Due Sicilie, a dichiarare decaduto il re Francesco II di Borbone e a
proclamare la sua annessione al Regno d’Italia.
Nel
luglio 1860, dopo la battaglia di Milazzo, la Spedizione dei Mille guidata da
Garibaldi completò la conquista della Sicilia iniziando a prepararsi per lo
sbarco sul continente. Contemporaneamente in Lucania iniziarono i primi moti
contadini che rivendicavano l'assegnazione delle terre, spesso concludendosi
con fatti di sangue.
In
questo contesto in piena evoluzione, Giacinto Albini, insieme a Camillo Boldoni
e Nicola Mignogna si riunirono a Corleto Perticara, la sera del 13 agosto, per
organizzare l'insurrezione della provincia e proclamare ufficialmente, pochi
giorni dopo, l'Unità d'Italia. Furono inviati messi agli altri comitati lucani
per diffondere le notizie e l'intenzione di marciare su Potenza.
Da
quel momento si coagularono in un’unica colonna i drappelli dei comitati
insurrezionali dei paesi vicini: Pietrapertosa, Aliano, Ferrandina, Miglionico,
Missanello, Gallicchio, Gorgoglione, Cirigliano, Montemurro, Spinoso.
All'alba
del 18 agosto gli uomini riuniti a Corleto, circa 500, partirono verso Potenza,
raccogliendo altri uomini nel passaggio per Laurenzana, Accettura ed Anzi,
unendosi ad altri contingenti di insorti di Viggiano, Tramutola, Saponara,
Calvello, Abriola, Vietri di Potenza, Picerno, Melfi e Sala Consilina. Al
comando di Boldoni vi erano infine 800 uomini che, già durante la notte del 17
agosto, giunsero alle porte di Potenza per entrare in città all’alba del giorno
18 e sostennero lo scontro con la Guardia Nazionale borbonica.
Una
volta preso il controllo del municipio e dell'intendenza venne formato il
governo proto-dittatoriale della provincia di Basilicata. Al Boldoni venne
assegnato il comando dell'«esercito patriottico», fu ordinata l’istituzione di
giunte insurrezionali in tutti i municipi della Basilicata, vennero organizzati
un Comitato di sicurezza pubblica e la nuova Guardia Nazionale. Quest’ultima
aveva come incarico principale, oltre a mantenere l'ordine, quello di sedare
ogni rivolta armata e qualsiasi tentativo contro-rivoluzionario: «Chiunque
sotto qualsiasi pretesto, senza autorizzazione o mandato del Governo
Provvisorio, organizzi bande, sieno o no armate, o faccia parte delle medesime,
o dia istruzione per organizzarsi, turbando in modo qualunque l’ordine
pubblico, sarà punito di morte».
Il
graffito di Corbisiero sintetizza in forma artistica questo difficile e
sanguinoso momento della storia di Potenza ma si pone anche come prima pietra
miliare capace di simboleggiare il grande patrimonio materiale e immateriale legato
alla città.
La
sfida lanciata dall’Associazione Culturale Pietre Volanti e raccolta al volo
dai Lions di Potenza Pretoria potrebbe proseguire segnando con altri graffiti
l’iter storico della città attraverso un percorso artistico che si snodi sapientemente
attraverso i luoghi più significativi del centro cittadino, Portasalza, Santa
Lucia, il vicolo di San Michele, Piazza Mario Pagano, la chiesa di San
Francesco, Piazza Duca della Verdura, Porta San Giovanni, Piazza Matteotti,
Piazzale Loffredo, Via San Gerardo, Via Manhes e la famosa Torre Guevara, illustrando
le sue origini romane, le dominazioni straniere bizantine, normanne e saracene,
il suo passaggio a città vescovile sotto il pastore Gerardo da Piacenza, le
successive signorie aragonesi, angioine e borboniche.
Il
piacere dell’arte, l’interesse per il racconto attraverso i monumenti unito
alla cura estetica di una Città troppo spesso trascurata e svilita dalla
mancanza di conoscenza della sua ricchezza e antichità può trovare una svolta
con lo sviluppo di questo progetto.
Potenza
acquisisce oggi il primo tassello per trasformarsi in un museo a cielo aperto capace di coniugare
turismo, arte, cultura e artigianato e nel contempo intessere una stretta trama
tra storia, cultura, origini e tradizioni della Città e dell’intera Regione, per
un arricchimento duraturo e una risorsa permanente del capoluogo e della
Basilicata.
Nessun commento:
Posta un commento