lunedì 20 novembre 2017

Un graffito per testimoniare l’insurrezione lucana del 1860

di Luigi Pistone



Da Potenza e provincia la lunga strada verso l’Unità d’Italia
L’artista lucano Franco Corbisiero, allievo di Antonello Leone e Maria Padula, realizza la prima installazione sulle mura cittadine per segnare un percorso simbolico della storia del capoluogo e promuovere la sua conoscenza e valorizzazione in chiave artistica tra cittadini e turisti.



È un graffito polistrato la prima opera-monumento installata sulle mura di uno dei palazzi del centro storico del capoluogo per raccontare la storia di Potenza. Creato dall’artista lucano Franco Corbisiero attraverso l’utilizzo di una tecnica molto antica, l’opera – dal titolo “Potenza 1860” - campeggerà da stamane lungo il perimetro dell’edificio di via Orazio Petruccelli, percorso quasi obbligato per chi, dalla nota Piazza 18 agosto 1860, si reca nel pieno centro potentino di piazza Prefettura, come a rappresentare un collegamento non solo fisico ma anche ideale tra gli eventi storici che si svolsero in quegli anni nella città.
Dono del Lions Club Potenza Pretoria alla Città, patrocinato da Regione Basilicata, Provincia, Apt, Riba, Unpli e Pro Loco di Potenza, è stato inaugurato il 28 ottobre al termine di una presentazione al Teatro Stabile con la partecipazione di esperti e cultori della storia della Società Dante Alighieri.
L’idea nasce da un bando dei primi mesi dell’anno del Circolo Culturale Lions Pretoria che invitava artisti e associazioni a formulare proposte di animazione del Centro Storico di Potenza. Tra i vincitori si è classificata l’Associazione Culturale di artisti Pietre Volanti, di cui Franco Corbisiero è fondatore e Presidente dal 2012, con un progetto – frutto delle sinergie di idee e creatività dei soci – che suggeriva l’installazione di una serie di graffiti in luoghi-simbolo e angoli suggestivi della parte più antica del capoluogo, con l’intento di raccontare e sugellare eventi, racconti e tradizioni particolarmente significativi della storia di Potenza e di promuovere la conoscenza della città, abbinando all’opera l’uso della moderna tecnologia Qt code per la lettura immediata mediante app delle informazioni e dati storici.
La tecnica artistica proposta è apparsa subito interessante e al tempo stesso insolita. Il graffito polistrato infatti nasce dall’estro creativo del maestro Giuseppe Antonello Leone, di cui Corbisiero è stato discepolo, ed è il risultato di un’alchimia di materiali, malte, cemento e pigmenti naturali, sapientemente composti, impastati e poi graffiati capaci di dare origine ad un graffito pittorico che con il tempo diventa materiale duro, quasi pietrificato. Una tecnica arcaica che Leone ha perfezionato e personalizzato ed è oggi insegnata nella Scuola di Montemurro in onore del suo ideatore.
Il graffito di Corbisiero si ispira ad un’illustrazione del periodo del celebre Bartolomeo Pinelli, incisore, pittore e ceramista italiano che ha documentato importanti città, monumenti, capolavori della letteratura e costumi dei popoli italiani. Totalmente rielaborata e rivisitata da Corbisiero in un’immagine di scontri tra militari e popolo che ha sullo sfondo la chiesa di San Francesco, evoca il ricordo di una serie di eventi avvenuti in Basilicata nell’anno 1860 in cui infuriò l’insurrezione lucana contro i Borboni.
In questo periodo la provincia fu la prima, della parte continentale del Regno delle Due Sicilie, a dichiarare decaduto il re Francesco II di Borbone e a proclamare la sua annessione al Regno d’Italia.
Nel luglio 1860, dopo la battaglia di Milazzo, la Spedizione dei Mille guidata da Garibaldi completò la conquista della Sicilia iniziando a prepararsi per lo sbarco sul continente. Contemporaneamente in Lucania iniziarono i primi moti contadini che rivendicavano l'assegnazione delle terre, spesso concludendosi con fatti di sangue.
In questo contesto in piena evoluzione, Giacinto Albini, insieme a Camillo Boldoni e Nicola Mignogna si riunirono a Corleto Perticara, la sera del 13 agosto, per organizzare l'insurrezione della provincia e proclamare ufficialmente, pochi giorni dopo, l'Unità d'Italia. Furono inviati messi agli altri comitati lucani per diffondere le notizie e l'intenzione di marciare su Potenza.
Da quel momento si coagularono in un’unica colonna i drappelli dei comitati insurrezionali dei paesi vicini: Pietrapertosa, Aliano, Ferrandina, Miglionico, Missanello, Gallicchio, Gorgoglione, Cirigliano, Montemurro, Spinoso.
All'alba del 18 agosto gli uomini riuniti a Corleto, circa 500, partirono verso Potenza, raccogliendo altri uomini nel passaggio per Laurenzana, Accettura ed Anzi, unendosi ad altri contingenti di insorti di Viggiano, Tramutola, Saponara, Calvello, Abriola, Vietri di Potenza, Picerno, Melfi e Sala Consilina. Al comando di Boldoni vi erano infine 800 uomini che, già durante la notte del 17 agosto, giunsero alle porte di Potenza per entrare in città all’alba del giorno 18 e sostennero lo scontro con la Guardia Nazionale borbonica.
Una volta preso il controllo del municipio e dell'intendenza venne formato il governo proto-dittatoriale della provincia di Basilicata. Al Boldoni venne assegnato il comando dell'«esercito patriottico», fu ordinata l’istituzione di giunte insurrezionali in tutti i municipi della Basilicata, vennero organizzati un Comitato di sicurezza pubblica e la nuova Guardia Nazionale. Quest’ultima aveva come incarico principale, oltre a mantenere l'ordine, quello di sedare ogni rivolta armata e qualsiasi tentativo contro-rivoluzionario: «Chiunque sotto qualsiasi pretesto, senza autorizzazione o mandato del Governo Provvisorio, organizzi bande, sieno o no armate, o faccia parte delle medesime, o dia istruzione per organizzarsi, turbando in modo qualunque l’ordine pubblico, sarà punito di morte».
Il graffito di Corbisiero sintetizza in forma artistica questo difficile e sanguinoso momento della storia di Potenza ma si pone anche come prima pietra miliare capace di simboleggiare il grande patrimonio materiale e immateriale legato alla città.
La sfida lanciata dall’Associazione Culturale Pietre Volanti e raccolta al volo dai Lions di Potenza Pretoria potrebbe proseguire segnando con altri graffiti l’iter storico della città attraverso un percorso artistico che si snodi sapientemente attraverso i luoghi più significativi del centro cittadino, Portasalza, Santa Lucia, il vicolo di San Michele, Piazza Mario Pagano, la chiesa di San Francesco, Piazza Duca della Verdura, Porta San Giovanni, Piazza Matteotti, Piazzale Loffredo, Via San Gerardo, Via Manhes e la famosa Torre Guevara, illustrando le sue origini romane, le dominazioni straniere bizantine, normanne e saracene, il suo passaggio a città vescovile sotto il pastore Gerardo da Piacenza, le successive signorie aragonesi, angioine e borboniche.
Il piacere dell’arte, l’interesse per il racconto attraverso i monumenti unito alla cura estetica di una Città troppo spesso trascurata e svilita dalla mancanza di conoscenza della sua ricchezza e antichità può trovare una svolta con lo sviluppo di questo progetto. 
Potenza acquisisce oggi il primo tassello per trasformarsi in un museo a cielo aperto capace di coniugare turismo, arte, cultura e artigianato e nel contempo intessere una stretta trama tra storia, cultura, origini e tradizioni della Città e dell’intera Regione, per un arricchimento duraturo e una risorsa permanente del capoluogo e della Basilicata.

Nessun commento:

Posta un commento