sabato 30 aprile 2016

Caso Regeni, la conduttrice egiziana fa un passo indietro



L'attrice e conduttrice Rania Mahmoud non poteva pensare di non alzare un polverone, dicendo che Giulio Regeni dovrebbe "andarsene all'inferno", ma ora, in un'intervista al Corriere della Sera, prova a fare un passo indietro.
"Non volevo dire che lui dovrebbe andare all'inferno, ma il che caso dovrebbe", spiega la conduttrice, accusando le indagini sull'omicidio del giovane italiano di causare "problemi tra gli egiziani e gli italiani" e parlando di una "cospirazione contro l'Egitto".
L'accusa della conduttrice è contro un "embargo economico" dovuto ai "media europei", che "scrivono che all'Egitto il caso non importa e non ci stiamo sforzando di capire chi abbia ucciso il ragazzo", sicura che ci sia un complotto dei terroristi perché i due Paesi spezzino i legami esistenti tra di loro.
Rania, ricorda il Corriere della Sera, fino a gennaio dello scorso anno lavorava ad Al Assima. Dopo un'intervista a un astrologo che in onda evocò lo spirito del presidente Sadat - e profetizzò un attentato all'attuale leader Al Sisi - fu lasciata a casa, per rispuntare poi ad Al-Hadath.

«Regeni ... andasse al diavolo»


Per Rania Yassen, giornalista per la tv saudita Al Arabiya, il caso del ragazzo ucciso “è un complotto”. E aggiunge: “Andasse al diavolo”.Uno sfogo durissimo contro Giulio Regeni da parte di una giornalista egiziana. “Sono stufa di questa storia”. Il caso sull’uccisione di Giulio Regeni tiene banco in Italia e anche in Egitto. Proprio dallo stato con capitale Il Cairo arriva un duro attacco. Per Rania Yassen, giornalista per la tv saudita Al Arabiya, il caso del ragazzo ucciso “è un complotto”. E aggiunge: “Andasse al diavolo”. La presentatrice ha aperto l’edizione del telegiornale dando la notizia dell’apertura di un’indagine contro Reuters, colpevole di aver diffuso notizie false a proposito del caso di Giulio Regeni. Un evento che probabilmente l’ha infastidita al tal punto da dichiarare: “Voglio dirvi una cosa: tutto questo interesse per il caso Regeni a livello internazionale, come in Gran Bretagna e Usa, indica una sola cosa: siamo davanti ad un complotto! Come se Regeni fosse il primo caso di omicidio in tutto il mondo!”. Ma non si è fermata lì. Ha spiegato che ci sono tantissimi casi di egiziani spariti in tutto il mondo in particolare in Paesi come Italia e Usa. Luogihi, secondo la giornalista, “dove le bande mafiose fanno di tutto”. Lo sfogo poi ha preso una piega spiacevole. La donna è passata alle offese: “All’inizio francamente sentivo pietà nei suoi riguardi, un ragazzo ucciso, ma adesso basta, che andasse al diavolo!”.
Velatamente lascia intendere che Regeni, come erronamente si è detto spesso, appartenesse ai servizi segreti. Poi chiude il servizio: “Non rompete insomma, siamo davvero stufi di voi”.

giovedì 28 aprile 2016

L'acqua riconsegnata ai privati

di Alex Zanotelli




Quello che è avvenuto il 21 aprile alla camera dei deputati è un insulto alla democrazia. I rappresentanti del popolo italiano hanno rinnegato quello che 26 milioni di italiani avevano deciso con il referendum del 12-13 giugno 2011 e cioè che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto su questo bene. I deputati invece hanno deciso che il servizio idrico deve rientrare nel mercato, dato che è un bene di “interesse economico”, da cui ricavarne profitto. Per arrivare a questa decisione (beffa delle beffe!), i rappresentanti del popolo hanno dovuto snaturare la legge d’iniziativa popolare (2007) che i Comitati dell’acqua erano finalmente riusciti a far discutere in parlamento. Legge che solo lo scorso anno (con enorme sforzo dei comitati) era approdata alla Commissione ambiente della camera, dove aveva subito gravi modifiche, grazie agli interventi di Renzi-Madia. Il testo approvato alla camera obbliga i comuni a consegnare l’acqua ai privati. Ben 243 deputati (Partito Democratico e Destra) lo hanno votato, mentre 129 (Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana) hanno votato contro. A nulla è valsa la rumorosa protesta in aula dei pentastellati. Ora il popolo italiano sa con chiarezza sia quali sono i partiti che vogliono privatizzare l’acqua, ma anche che il governo Renzi è tutto proteso a regalare l’acqua ai privati. «L’obiettivo del governo Renzi - afferma giustamente l’economista Riccardo Petrella - è il consolidamento di un sistema idrico europeo, basato su un gruppo di multiutilities su scala interregionale e internazionale, aperte alla concorrenza sui mercati europei e mondiali, di preferenza quotate in borsa , e attive in reti di partenariato pubblico-privato». Sappiamo infatti che Renzi vuole affidare l’acqua a quattro multiutilities italiane: Iren, A2A, Hera e Acea. Infatti sta procedendo a passo spedito l’iter del decreto Madia (Testo unico sui servizi pubblici locali) che prevede l’obbligo di gestire i servizi a rete (acqua compresa) tramite società per azioni e reintroduce in tariffa “l’adeguatezza della rimunerazione del capitale investito”. (la dicitura che il referendum aveva abrogato!). Tutto questo è di una gravità estrema, non solo perché si fa beffe della democrazia, ma soprattutto perché è un attentato alla vita. È infatti papa Francesco che parla dell’acqua come «diritto alla Vita» (un termine usato in campo cattolico per l’aborto e l’eutanasia). L’acqua è Vita, è la Madre di tutta la Vita sul pianeta. Privatizzarla equivale a vendere la propria madre! Ed è una bestemmia! Per cui mi appello a tutti, credenti e non, ma soprattutto alle comunità cristiane perché ci mobilitiamo facendo pressione sul senato dove ora la legge sull’acqua è passata perché lo sgorbio fatto dai deputati venga modificato. Inoltre mi appello: al presidente della Repubblica, perché ricordi ufficialmente al parlamento di rispettare il referendum; alla Corte costituzionale, perché intervenga a far rispettare il voto del popolo italiano; alla Conferenza episcopale italiana, perché si pronunci sulla scia dell’enciclica Laudato Si’, sulla gestione pubblica dell’acqua; ai parroci e ai sacerdoti, perché nelle omelie e nelle catechesi, sensibilizzino i fedeli sull’acqua come «diritto essenziale, fondamentale, universale» (papa Francesco); ai comuni e alle città, perché ritrovino la volontà politica di ripubblicizzare i servizi idrici come ha fatto Napoli. Il problema della gestione dell’acqua è oggi fondamentale: è una questione di vita o di morte per noi, ma soprattutto per gli impoveriti del pianeta, per i quali, a causa del surriscaldamento del pianeta, l’acqua sarà sempre più scarsa. Se permetteremo alle multinazionali di mettere le mani sull’acqua, avremo milioni e milioni di morti di sete. Per questo la gestione dell’acqua deve essere pubblica, fuori dal mercato e senza profitto, come sta avvenendo a Napoli, unica grande città italiana ad aver obbedito al referendum. Diamoci tutti da fare perché vinca la Madre, perché vinca la Vita: l’acqua